Qi Gong
Il Qi Gong è una pratica molto antica che ci arriva dall'antica Cina che ha le sue radici nel pensiero e nella filosofia taoista ed è a tutti gli effetti una delle applicazioni della medicina tradizionale cinese.
Letteralmente si traduce come "coltivare il Qi" e si tratta di esercizi respiratori a volte abbinati a movimenti molto semplici, uniti a una chiara intenzione e presenza mentale.
Ma andiamo con ordine.
Che cos'è il Qi?
Viene tradotto con la parola energia o respiro, ma si tratta di qualcosa di più. Il Qi è la materia prima di cui sono fatte tutte le cose e in maniera più sottile anche le emozioni, i pensieri e lo spirito.
Secondo il pensiero taoista cinese l'uomo è nato dall'unione del Cielo e della Terra.
Ma questa non è solo un'immagine poetica o un mito della creazione, perché i cinesi antichi capirono che l'essere umano, così come tutto il creato, è formato da una parte terrena (tangibile, il corpo fisico) e una celeste (intangibile, pensieri, emozioni, spirito...)
Chiamarono queste due parti Yin e Yang.

Il significato dei due simboli cinesi è parte in ombra (persone in casa e nuvole) e parte soleggiata (sole sulla collina e raggi di sole) della collina. Quindi due parti opposte, ma complementari e soprattutto mutevoli, che formano il "tutto", ossia il Tao.
Yin e Yang sono ben rappresentati in quel simbolo più conosciuto anche da noi occidentali, che chiamiamo superficialmente "il Tao".

Per analogia identificarono come Yang tutto ciò che è luminoso, che sale, che va verso l'esterno, che è caldo; e come Yin, il buio, il freddo, ciò che scende e va verso l'interno.
Ma è fondamentale ricordare che sono due "classificazioni" relative, per esempio l'acqua è Yin rispetto al Fuoco, ma è Yang rispetto al ghiaccio.
Ci sarebbe da scrivere fiumi di parole sul Tao e sulla relazione Yin Yang, ma quello che ci interessa capire qui è che si tratta di due energie che si creano l'una con l'altra. Credo che aiuti pensare al giorno e alla notte che si alternano mutando dolcemente l'uno nell'altra e formando insieme l'intero corso della giornata.

I cinesi, però, con lo sguardo sempre rivolto alla natura, andarono a perfezionare questo pensiero rendendolo più specifico con la teoria dei 5 elementi, o meglio dei 5 movimenti.
Identificarono 5 fasi, dando enfasi anche alle quelle intermedie, come la sera, in cui non è più giorno, ma non è ancora notte.
Nella teoria dei 5 elementi abbiamo una fase completamente Yin che corrisponde all'elemento Acqua (ma che contiene già in sé il "seme" dello Yang); poi c'è il Legno, in cui lo Yang inizia a crescere; il Fuoco è lo Yang assoluto (sempre con un principio di Yin all'interno); mentre il Metallo è uno Yin che cresce. Ma c'è anche la Terra, un elemento centrale che dà equilibro e che si manifesta in ogni momento di passaggio, soprattutto in quello tra il Fuoco e il Metallo.
Partendo da qui, i cinesi hanno trovato analogie con tutto il creato, rendendola una "legge universale" applicandola a ogni aspetto della natura, compreso l'essere umano, il suo corpo e le sue emozioni. Anche sui 5 movimenti ci sarebbero da scrivere fiumi di parole...
Qui sotto vi lascio una tabella con alcune corrispondenze che saranno utili nella nostra pratica del Qi Gong.

Ma ora torniamo al Qi Gong.
Basandosi sui principi della medicina cinese, questa pratica, ci permette di migliorare la circolazione del Qi dentro di noi, lungo quei canali, chiamati Meridiani, che attraversano il corpo e ci permettono di trasformare cibo, aria, emozioni... in Qi.
Si tratta di esercizi basati su una respirazione profonda e addominale, uniti a volte a movimenti semplici, ma anche più intensi.
Può essere praticato anche da seduti e viene usato come pratica per agevolare la convalescenza e la riabilitazione, anche in alcuni ospedali. Quindi è adatto anche alle persone più anziane o inferme.
Ma è anche la pratica di base dei monaci Shaolin, con esercizi molto potenti e impegnativi sia a livello muscolare che articolare.
Quello che distingue il Qi Gong dalle altre discipline sportive (come per esempio una ginnastica posturale) è quello che i cinesi chiamano il San Pao, i tre tesori.
Il primo tesoro si riferisce al movimento, che deve essere eseguito correttamente, principalmente nella postura per evitare dei blocchi di energia tenendo, per esempio, le ginocchia tese.
Il secondo è il respiro, lento, consapevole e, se non indicato diversamente, sempre addominale.
Per finire c'è l'intenzione, ossia il pensiero, l'attenzione e la consapevolezza di ciò che stiamo facendo eseguendo quel determinato esercizio, anche se si tratta di una semplice movimento respiratorio. Si deve visualizzare e indirizzare con la mente il flusso del Qi seguendo.
Questo terzo punto fa la grande differenza e rende il Qi Gong una pratica energetica che agisce, oltre che sul corpo fisico, anche sulle emozioni e sullo spirito, donando al praticante una calma interiore e un atteggiamento benevolo e sereno verso se stesso, gli altri e tutto il creato.
